Thich Nhat Hanh
Aam Terra Nuova - gennaio 2008
Ogni giorno 40 mila bambini muoiono per fame o malnutrizione, mentre enormi quantità di cereali vengono destinate agli allevamenti che oltre ad inquinare, rappresentano una delle principali cause dell'alterazione climatica.
Nel Sutra della carne del figlio, il Buddha racconta la storia di una coppia che, durante un viaggio con il proprio bambino alla ricerca di asilo, si trovò ad attraversare il deserto. Non avendo una chiara idea della distanza da percorrere, quando erano ancora a metà del cammino rimasero senza cibo. I due si resero conto che ben presto sarebbero morti di fame e di sete e per sopravvivere non avevano altra scelta che uccidere il loro bambino per nutrirsene.
Ogni giorno ne mangiavano un pezzo, portandosi in spalla il resto del cadavere perché continuasse a seccarsi al sole. Ogni volta che ne mangiavano un boccone, si guardavano e chiedendosi: "Dove sarà ora il nostro amato bambino?". Dopo aver narrato questa tragica storia, il Buddha si rivolse ai monaci che lo ascoltavano e domandò loro: "Pensate che questa coppia fosse felice di nutrirsi della carne del proprio figlio?". "No, Onorato dal mondo" risposero gli astanti. "È evidente che entrambi i genitori soffrivano profondamente per il fatto di essere costretti a nutrirsi della carne del figlio". Allora, il Buddha spiegò: "Cari amici, dobbiamo nutrirci in modo da conservare la compassione nei nostri cuori. Dobbiamo nutrirci con consapevolezza, altrimenti accadrà, come nella storia che ho appena raccontato, di mangiare la carne dei nostri stessi figli".
Nutrirci della carne dei nostri figli è un'ipotesi atroce, eppure l'Unesco denuncia che ogni giorno circa 40 mila bambini muoiono per fame o carenze nutrizionali; mentre allo stesso tempo enormi quantità di mais, grano ed altri cereali vengono destinate all'alimentazione del bestiame (bovini, maiali, polli ecc.) o alla produzione di alcol. Solo negli Stati Uniti, oltre l'80% del mais e il 95% dell'avena sono coltivati per l'alimentazione animale, e in tutto il mondo gli allevamenti animali assorbono da soli una quantità di cibo equivalente alle calorie necessarie per sfamare 8,7 miliardi di persone, più dell'intera popolazione terrestre.
Nel 2006, la Fao ha pubblicato un'accurata inchiesta sull'impatto ambientale degli allevamenti a livello mondiale denominato La lunga ombra del bestiame: problemi e opzioni ambientali. Henning Steinfeld, responsabile del Livestock information and policy branch (organo d'informazione sull'allevamento del bestiame) della Fao e autore principale della relazione riassuntiva, asserisce: "L'allevamento si configura come uno dei due o tre principali e significativi fattori d'inquinamento ambientale ad ogni livello, dal locale al globale. I risultati di questa inchiesta invitano ad intraprendere un'azione politica più efficace nel trattare problemi come il degrado del territorio, i cambiamenti climatici, l'inquinamento dell'aria, la scarsità e l'inquinamento delle acque e la perdita della biodiversità. L'implicazione dell'allevamento del bestiame nei problemi ambientali è massiccia, e ugualmente vasto è il contributo che può dare alla loro soluzione. L'impatto è così rilevante che dovrebbe essere affrontato con urgenza".1
Degrado dei suoli. Attualmente l'allevamento del bestiame impegna il 70% di tutto il terreno coltivabile e il 30% dell'intera superficie del pianeta. Le foreste vengono disboscate per creare nuovi pascoli, il che costituisce un'ulteriore spinta alla deforestazione. In America Latina, circa il 70% delle aree disboscate della Foresta Amazzonica sono state riconvertite a pascolo1. Da questi dati possiamo renderci conto come l'allevamento di bestiame abbia causato la distruzione di centinaia di migliaia di ettari di foresta per coltivare cereali e creare pascoli. Senza contare che, quando si distruggono le foreste, enormi quantità di anidride carbonica immagazzinata negli alberi vengono rilasciate nell'atmosfera.
Cambiamenti climatici. Gli allevamenti di bestiame hanno un grave impatto sull'atmosfera e il clima. Sono "responsabili del 18% delle emissioni di gas che causano l'effetto serra, misurate in equivalente anidride carbonica; questa percentuale è più alta di quella prodotta dai mezzi di trasporto"1.
Questo significa che allevare animali da macello produce più "gas serra" di tutte le automobili e i camion del mondo messi insieme. Il settore dell'allevamento è inoltre responsabile del 9% delle emissioni di anidride carbonica e del 37% del metano di origine antropica, la maggior parte derivante dalla fermentazione intestinale che avviene nei ruminanti. Si tratta di una quantità enorme, perché ogni metro cubo di metano intrappola calore nell'atmosfera 23 volte di più dell'anidride carbonica. In altre parole, il potenziale di riscaldamento globale (Gwp) del metano è 23 volte maggiore di quello dell'anidride carbonica.
La produzione industriale di carne, uova, latticini è anche responsabile del 65% delle emissioni di ossido d'azoto di origine antropica, per la maggior parte derivante dal letame. Come gas responsabile del riscaldamento globale, l'ossido d'azoto è circa 300 volte più potente dell'anidride carbonica, più esattamente ha 296 volte il Gwp dell'anidride carbonica; è inoltre responsabile di circa il 64% delle emissioni di ammoniaca di origine antropica, emissioni che contribuiscono notevolmente alle piogge acide e all'acidificazione dell'ecosistema.1
Impoverimento e inquinamento delle risorse idriche. Più della metà dell'acqua consumata negli Stati Uniti è destinata agli allevamenti degli animali da macello. Mediamente, per produrre un chilo di carne occorrono 20.815 litri d'acqua, contro i 208 litri necessari per ottenere un chilo di grano. Sempre negli Stati Uniti, l'allevamento del bestiame produce un'enorme quantità di escrementi: 130 volte più grande di quelli umani. "La maggior parte dell'acqua impiegata per dissetare e accudire gli animali torna nell'ambiente sotto forma di letame e di acqua di scarico. Le feci del bestiame contengono una considerevole quantità di sostanze nutritive, residui di medicinali, metalli pesanti e agenti patogeni"1. Questi rifiuti vanno a finire nei corsi d'acqua, inquinando le falde e diffondendo patologie che possono infettare altre specie.
Proprio come ha ammonito il Buddha, stiamo mangiando la carne dei nostri figli e dei nostri nipoti. Stiamo mangiando la carne delle nostre madri e dei nostri padri. Stiamo mangiando il nostro pianeta Terra. Il Sutra della carne del figlio dovrebbe essere messo a disposizione di tutti per la lettura e per la pratica.
La raccomandazione delle Nazioni unite è chiara: "L'impatto ambientale per unità di produzione di bestiame deve essere ridotta della metà, anche solo per scongiurare un aumento del livello di nocività oltre quello attuale".2 È necessario ridurre almeno del 50% il consumo e la produzione industriale di carne. Sempre secondo le Nazioni unite, anche riducendo del 50% l'allevamento del bestiame, diventa necessario trovare nuove soluzioni per ridurre l'impatto ambientale della zootecnia, come, ad esempio, utilizzare razioni in grado di ridurre la fermentazione intestinale e le conseguenti emissioni di metano. Azioni urgenti devono essere intraprese a livello sia collettivo che individuale. In qualità di famiglia spirituale e più in generale di famiglia umana, noi tutti possiamo ridurre il riscaldamento globale con la pratica di nutrirci in consapevolezza. Diventare vegetariani può essere la via più efficace per combattere il riscaldamento globale.
I praticanti buddisti sono vegetariani da più di duemila anni. E se fino ad oggi si trattava di una scelta dettata dalla compassione verso gli animali, ora sappiamo che mangiare vegetariano protegge anche il pianeta e può evitare danni gravi e irreversibili, prevenendo l'effetto serra destinato ad aggravarsi notevolmente nel prossimo futuro.
Sono convinto che non sia così difficile smettere di mangiare carne, se ci si rende conto che così facendo si contribuisce alla salvezza del pianeta. Le comunità laiche dovrebbero essere coraggiose e promuovere l'impegno a essere vegetariani almeno per due settimane al mese. Se riusciamo in questo intento, proveremo un senso di benessere. Dal momento stesso in cui faremo questo voto e assumeremo questo impegno proveremo pace, gioia e felicità. Quest'anno, molti praticanti buddisti durante i ritiri organizzati negli Stati Uniti, si sono impegnati a smettere di mangiare carne o quanto meno a ridurne il consumo del 50%. Questo è un risultato del loro risveglio, dopo aver ascoltato i Discorsi di Dharma sugli effetti dei gas serra. Prendiamoci cura di Madre Terra. Prendiamoci cura di tutte le specie viventi, compresi i nostri figli e nipoti. Per salvare la Terra è sufficiente essere vegetariani, che in questo caso significa anche non consumare uova, latticini e derivati, in quanto anch'essi prodotti degli allevamenti industriali. Se noi smettiamo di consumare prodotti animali, loro smetteranno di produrne. Solo un risveglio collettivo può creare una determinazione sufficiente per passare all'azione.
Da dicembre, il monastero Deer Park utilizza esclusivamente elettricità prodotta dall'energia solare. Tutti i nostri monasteri, nelle tradizione di Plum Village, in Europa e nel Nord America, stanno praticando l'astensione dall'uso dell'automobile per almeno un giorno alla settimana e migliaia di amici si sono uniti a noi in questa iniziativa. Abbiamo cominciato a usare meno l'automobile e a scegliere auto elettriche o alimentate con oli vegetali, la cui emissione di anidride carbonica è del 50% in meno rispetto ai veicoli alimentati a benzina. Ogni auto ibrida o a trazione elettrica consente di ridurre di circa una tonnellata l'anidride carbonica rilasciata nell'atmosfera. Tuttavia, secondo l'Università di Chicago "essere vegani è ancora più efficace nella lotta contro il riscaldamento globale; un vegano immette nell'atmosfera ogni anno circa 1,5 tonnellate di anidride carbonica in meno rispetto a un consumatore abituale di carne. Utilizzare un'auto elettrica è sicuramente vantaggioso per l'ambiente, ma comunque rilascia nell'atmosfera il 50% di anidride carbonica in più rispetto a chi rinuncia totalmente a mangiare carne o altri prodotti animali".3
D'ora in poi in tutti i nostri ritiri e centri di pratica, in Asia, Europa e Nord America, non si consumeranno più prodotti a base di uova e derivati dal latte. Ho fiducia che i praticanti laici sapranno comprendere e sostenere questa iniziativa con tutto il cuore. La nostra pratica del momento è aiutare ciascuno a divenire consapevole del pericolo del riscaldamento globale, per dare il nostro contributo a salvare Madre Terra e tutte le specie.
Fino ad oggi, Madre Terra, il pianeta verde, ha molto sofferto per la violenza del consumismo mosso dall'ignoranza dei suoi figli. Abbiamo distrutto la nostra Madre Terra, così come un batterio o un virus aggredisce e distrugge il corpo dell'organismo in cui si insedia. Perché sì, Madre Terra è come un organismo vivente. Com'è noto, nel corpo umano si trovano anche batteri benefici: miliardi di loro sono presenti soprattutto nell'apparato digerente, formando la cosiddetta "flora intestinale". Essi proteggono il nostro corpo e aiutano a generare gli enzimi necessari. Allo stesso modo, anche la specie umana, se si desta e comprende come vivere con responsabilità, compassione e gentilezza amorevole, può comportarsi come un organismo vivente in grado di proteggere il corpo di Madre Terra. Il Buddismo è nato per imparare a vivere con responsabilità, compassione e gentilezza amorevole. Dobbiamo renderci conto che intersiamo con Madre Terra, che viviamo con lei e moriamo con lei.
Note:
1 H. Steinfeld e altri, "Livestock's long shadow: environmental issues and options" [La lunga ombra del bestiame: problemi e opzioni ambientali], Livestock, Environmental and Development (2006).
2 "Rearing cattles produces more greenhouse gases than driving cars" [L'allevamento dei vitelli produce più gas serra delle automobili], inchiesta delle Nazioni unite, U.N. News Centre, 29 Nov. 2006.
3 "Fight global warming by going vegetarian" [Lotta contro il riscaldamento globale diventando vegetariano], articolo su www.goveg.com.
Thich Nhat Hanh è un maestro zen vietnamita, affettuosamente chiamato Thây, che in lingua vietnamita significa appunto maestro. Esule dal 1967 in Francia, dove nel 1982 ha fondato Plum Village, monastero e centro di pratica della presenza mentale, frequentato ogni anno da migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo. I suoi insegnamenti sono basati sulla tradizione buddhista classica ma è sempre presente l'invito a consolidare le proprie radici culturali e religiose. Per informazioni riguardanti gli insegnamenti e i luoghi dove in Italia ci si può accostare alla pratica di Thich Nant Hanh: www.esserepace.org